L’aiuto, la solidarietà e l’assistenza dovrebbero rappresentare una peculiarità delle società civili. Un tempo era la famiglia, o l’istituto religioso, che prendeva a carico l’anziano bisognoso di cure; oggi, con i notevoli mutamenti sociali, è la collettività mediante le sue istituzioni. L’anziano, i cui bisogni bio-psico-sociali e sanitari non possono essere soddisfatti al domicilio, viene accolto in un’istituzione, stabile dimora o soggiorno temporaneo.
A chi presta le cure spetta il compito di assicurare all’anziano un’assistenza rispettosa della sua persona e delle sue risorse fisiche e mentali, attraverso un buon rapporto interpersonale, con una assistenza infermieristica e medica continua. L’anziano, allontanatosi dalla sua casa, dal suo ambiente abituale, sente in modo acuto l’assenza dei suoi familiari, delle persone a lui care, l’assenza degli “oggetti” con cui ha vissuto, l’affievolirsi del suo ruolo.
Nasce così in lui il bisogno di avere relazioni interpersonali significative tali da soddisfare i suoi bisogni di appartenenza, di stima, di amore e di affetto. Il personale degli Istituti sociali, accogliendolo, abbracciandolo, ascoltandolo, sostenendo le persone a lui care e spesso sostituendosi a loro, lo aiuta e lo rassicura. È doveroso rispettare i valori dell’anziano, la sua memoria storica e culturale; assicurargli l’autodeterminazione, pianificando con lui e le persone a lui care ogni sua scelta, sviluppando con lui, quando le sue condizioni glielo permettono, vicinanza e affettività per il suo benessere, sempre nel rispetto della sua dignità, con l’obiettivo di preservarne l’integrità psico-fisica. L’operato del personale è guidato da concetti e valori morali inerenti all’uomo, alla salute, alla malattia, alla morte, alle cure infermieristiche, all’individualizzazione delle cure, alla professionalità, alla metodicità scientifica, alla ricerca della qualità, all’interdisciplinarietà, alla multiculturalità, alla multiconfessionalità, all’etica, all’umanità, alla coscienza dei limiti propri e delle risorse, alla teoria di Virginia Henderson, di Hildegarde Peplau e di Carl Rogers.
Chi presta le cure ha la responsabilità del bene più prezioso delle persone che gli sono affidate: la vita nella qualità dei suoi sentimenti e affetti. La relazione con l’anziano deve sempre essere caratterizzata da un contatto non solo di tipo professionale e tecnico, ma soprattutto umano, affinché l’anziano si senta accolto, curato e amato.
La filosofia delle cure deve essere condivisa da tutti i collaboratori di Lugano Istituti Sociali, e accolta dagli anziani che vi abitano, dai loro parenti e dalla collettività.